Sicilia: Siti storici.
LA DONNA DI RAGUSA
Da un romanzo del ‘900 edito da Sellerio
di Maria Occhipinti
riduzione e adattamento teatrale
di Nicasio Anzelmo
Non c’è stata resistenza in Sicilia.
Mentre a nord i comitati di liberazione combattevano, in Sicilia i governi militari alleati, e poi quelli del “Regno del Sud”, cercavano di ricostruire una nuova convivenza. O c’è stata?
Ed erano Resistenza, un’altra Resistenza, le lotte per il pane, le insurrezioni contro il richiamo alle armi e, in un certo modo, anche le lotte contadine per la terra (una resistenza mimetizzata dal destino della Sicilia, di essere sempre inattuale nelle sue speranze di dislocarsi, nelle sue tentate resurrezioni, in un senso a parte della storia?). La risposta è dalla scienza storica.
Il romanzo di Maria Occhipinti, comunque, racconta la Resistenza in Sicilia – che ci fu o non ci fu.
Maria Occhipinti, Donna di Ragusa, ventenne, fu il capo della rivolta contro il richiamo alle armi, nel dicembre-gennaio ’44-’45. Prima era stata una ragazzina povera, in una città e in un tempo in cui i poveri erano molti, ed esserlo significava molto di più, di una semplice privazione materiale: uno spaesamento generale dell’anima e del corpo. Dopo, per la sua ribellione conobbe il confino e il carcere. E’ l’emigrazione, la solitudine, l’illusione e la delusione. E infine il silenzio della sua Resistenza. Donna, povera, intelligente, siciliana, generosa, ribelle, d’animo libero e di mente curiosa: vale a dire un avita, quella da lui raccontata, in un senso a parte delle storia.
(note dall’introduzione al romanzo UNA DONA DI RAGUSA edito dalla Sellerio)